Josef Bautz era un valente fabbro specializzato nella produzione di piccole falciatrici ubicato a Amtzell – a circa 55 chilometri da Saulgau, nel Bade Wurtemberg, nel Sud della Germania. Grazie all’ottima reputazione delle sue macchine, nel 1890 riuscì ad ampliare la sua produzione aprendo una piccola fabbrica in cui cominciò a costruire oltre alle falciatrici anche attrezzi per la fienagione e la raccolta. Dopo aver battezzato l’impresa con il suo cognome, nel 1906 passò la mano al figlio, anche Lui chiamato Josef, che nel 1935 riuscì ad acquisire una struttura dismessa con annesso un immenso terreno che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto ospitare uno stabilimento dedito alla costruzione di trattori. Tale obiettivo però non poté essere raggiunto se non a livello di pochi prototipi causa l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Il Governo tedesco requisì infatti l’azienda per produrre armi e Josef Junior non potè far altro che tirare avanti producendo in piccola serie attrezzi agricoli.
Il rilancio dopo la guerra
A fine Conflitto le strutture della Bautz risultarono in gran parte distrutte dai bombardamenti, ma il Nostro non si diede per vinto, ricostruì il capannone e riprese la produzione delle attrezzature agricole arrivando nel 1950 a dar lavoro a circa 800 dipendenti. Nel suo animo però covava sempre il sogno di costruire trattori nonostante i progetti e i prototipi sviluppati prima della Guerra fossero andati distrutti.
Base di partenza gli Zanker “M1”
Si doveva ripartire da zero quindi, ma la fortuna decise di premiare la testardaggine di Josef permettendogli di acquisire i diritti di costruzione e i progetti del trattore “M1” realizzato dal costruttore Zanker. Nel breve giro di vennero commercializzati i primi trattori Bautz, siglati “As120” e spinti da un motore monocilindrico a due tempi da 14 cavalli di potenza. L’accoglieza del mercato fu tiepida tant’è che già l’anno dopo il trattore venne modificato ed equipaggiato con un diverso motore, un Mwm a quattro tempi erogante 12 cavalli. Due in meno rispetto alla macchina precedente ma con una erogazione più fluida.
Dal successo nacquero tre modelli
Le vendite diedero soddisfazione e permisero a Bautz di sviluppare tre nuove macchine dalla livrea verde contrassegnate dalle sigle “As122”, “As180” e “As170”, tutte macchine di piccola e media potenza, il top di gamma proponeva 25 cavalli, erogati da unità Mwm o Guldner, raffreddate ad aria o ad acqua che si interfacciavano con ponti e trasmissioni originali Bautz o di fornitura estera.
La buona qualità dei trattori e la loro robustezza impattarono positivamente sul mercato permettendo a Josef Bautz di aumentare la capacità produttiva della sua azienda che nel frattempo aveva imposto i suoi attrezzi agricoli anche al di fuori della Germania. Il successo economico permise all’azienda di mettere in cantiere trattori più potenti degli “As 170”, macchine che furono presentate nel 1959 con le linee moderne e accattivanti sottolineate da una nuova livrea rossa e grigia. Erano i modelli “200 Td” e “300 Td” che si offrivano rispettivamente con 18 e 23 cavalli.
Il mercato premiò il trattore Bautz “300 Td”
Fra i due fu il “300 Td” la macchina che più si impose sul mercato grazie alla generosità del suo diesel bicilindrico quattro tempi di produzione Mwm. Raffreddato ad aria, vantava una cilindrata di mille e 400 centimetri cubi ed erogava le sue massime prestazioni, 23 cavalli al volano e 20 alla barra, a due mila e 100 giri/minuto . La capacità del serbatoio del carburante di 24 litri era sufficiente per una intera giornata di lavoro, il carro era portante a grande luce libera da terra e grazie al grande spazio in essere tra il sedile e il volante si poteva accedere al posto guida da destra, da sinistra o dalla parte posteriore del trattore. L’impostazione di guida era inoltre ergonomica e piacevole beneficiando di un sedile montato su di un ammortizzatore di caucciù, soluzione adottata anche per sospendere l’assale anteriore.
Un plus la carreggiata regolabile
La carreggiata regolabile permetteva di portare attrezzi anche tra le ruote anteriori e quelle posteriori, il cambio originale Bautz e comandato da una leva posta al volante rendeva sette marce avanti e una retro e la frenatura stradale si effettuava mediante un pedale posto sulla destra del posto guida che agiva simultaneamente sulle due ruote posteriori.
Altri pedali, a destra e a sinistra del posto guida e azionabili con il tallone del piede, permettevano invece di agire indipendentemente su ogni ruota. Di fatto un ottimo e versatile porta-attrezzi con tanto di gancio di traino regolabile e la presa di forza posteriore offerti di serie e un sollevatore idraulico capace di 600 chili integrante un dispositivo anti–pattinamento molto utile in aratura in quanto permetteva la regolazione automatica dello sforzo evitando dannosi slittamenti. In opzione si poteva avere il sistema “Hydro–Stop” posto nel parte posteriore del trattore che permetteva di far avanzare o fermare il trattore senza salire al posto guida.
Trattore Bautz “300 Td”, L’alta potenza su commissione
In teoria Bautz avrebbe potuto sfruttare il buon momento vissuto dalle sue macchine per alzarne ulteriormente le prestazioni, ma i vertici aziendali decisero di continuare a produrre trattori di bassa potenza completando la gamma con modelli più potenti costruiti da terzi. Dapprima fu stipulato un accordo con l’inglese Nuffield per commercializzare il modello “Universal 3DL” mosso da un tre cilindri “Bmc” da 35 cavalli siglandolo “301”, ma l’alleanza durò poco meno di due anni. Bautz trovò poi un altro partner nella tedesca Hanomag che gli fornì un trattore da 30 cavalli, ma anche tale accordo durò poco, solo qualche mese. Fu così che nel 1962 e dopo aver prodotto circa 25 mila trattori la Casa decidere di cedere il ramo alla tedesca Hela, Hermann Lanz, che avviò la commercializzazione di nuovi trattori a marchio Bautz-Hela.
Anche in questo caso però senza successo. Nel 1969 sia Hela sia Bautz uscirono infatti definitivamente da un mercato che nel frattempo aveva fatto registrare importanti cali di vendite costringendo anche altri costruttori quali Porsche, Guldner, Fahr, Kramer e Normag, solo per citarne alcuni, ad abbandonare le rispettive produzioni di trattori.
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Titolo: Bautz “300 Td”, il trattore col cambio al volante
Autore: Massimo Misley